UN REGALO PER HALLOWEEN

Francesca Mariucci

 

 

 

Racconto

target: 11-13 anni


E' stato proclamato quarto, come da bando di concorso, nei finalisti della terza edizione del “Premio Letterario Streghe Vampiri & Co.”, organizzato da Giovane Holden Edizioni in collaborazione con l’Agenzia Letteraria I soliti ignoti e il sito web A qualcuno piace leggere.

 http://www.giovaneholden.it/concorsi-stregheevampiri_3.html

 

 

 

 

 

        La incontri solo di notte?

        Che noia! Siete tutti così barbosi!

        Tutti chi?

        TUTTI! – Con questa risposta gridata Luigi si gira e corre verso casa. La sua amica Laura resta sorpresa. A un tratto sbatte un piede e si dirige dalla parte opposta, offesa.

Tutto è cominciato tre giorni fa, esattamente mercoledì sera. Luigi non aiuta molto in casa ma l’immondizia la deve portare fuori lui. Ogni sacco va nel bidone giusto, poco lontano da casa. Quella sera stava trascinando fuori dal suo cancello un pesante sacco, quello della carta. Proprio mentre stava facendo delle smorfie mostruose, si accorge che a breve distanza dal suo naso un altro volto lo stava fissando, annusando quasi. Non era un cane ma una ragazzina, quasi della sua età.

        Aaaaaaaaaah! Che paura!

        Scusa. – La ragazzina si allontana e sorride. È molto carina. Alta quanto lui, con i capelli neri, nerissimi, e lunghi. Ha dei grandi occhi nocciola, brillanti. Luigi ne è incantato.

        Ciao, mi chiamo Luna. Tu?

        Lu…Luigi.– Non si sente più la saliva in bocca. Non sa cosa dire e le sorride.

        Bene Luigi, posso aiutarti? Mi sembra pesante il tuo sacco, ci hai nascosto un mostro?

        Cosa?

        Un mostro! Mancano solo pochi giorni e si festeggia Halloween! Non dirmi che non sai di cosa sto parlando… La festa di Halloween, conosci?

        Ma certo! – Luigi si riprende dal suo imbarazzo. Quella ragazzina è davvero bella. – Sì che la conosco quella festa. Mi devo però inventare un nuovo costume, l’anno scorso ero travestito da spettro, con ragnatele addosso e un trucco strepitoso!

        Bello.– Luna si avvicina di nuovo. – Interessante.

Luigi fa un passo indietro, non si sente a suo agio con le femmine, soprattutto se gli piacciono come Luna in questo momento.

        Dai a me, ho detto che ti aiuto. – Con poco sforzo afferra e tira il sacco pieno di giornali e cartacce. Luigi si affianca e fa lo stesso. Arrivano al bidone senza dirsi una parola. – Bene Luigi. Ora devo andare, è tardi.

        Come, adesso?

        Sì, magari ci possiamo vedere domani sera, se ti va, sarò qui.

        Ah, bene. Allora a domani. – Abbassa lo sguardo per cercare qualche pretesto per continuare a parlare con lei. Alza la testa e chiede: – Dove vai a scuola, non ti ho mai… – ma Luna è già andata via, – …non ti ho mai visto. Che fine ha fatto. Luna? – Ma è solo, quindi torna a casa, guardando in ogni direzione, per rivederla.

Quella sera Luigi si gira più volte sul letto. “Luna”, pensa, “spero tanto di rivederti domattina a scuola…magari sei nuova, non conosci nessuno, tranne me”. Con quel delizioso pensiero trova anche la voglia di sognare e si addormenta.

            La mattina seguente c’è un bel sole che rende le nuvole argentate. Il viale ha tanti alberi con le foglie gialle, ma a Luigi sembrano brillare di riflessi dorati. Non è mai stato così contento di andare a scuola come quella mattina.

        Ciao Luigi! – Lo saluta Giorgio.

        Ciao! Non hai mica fatto caso se c’è una nuova alunna a scuola?

        Boh. In quale classe?

        Non lo so…

        In terza “C” c’è un nuovo ragazzo, quello alto alto.

        Sto parlando di una ragazza!

        No, allora non ne so niente. Perché?

        Mah, ne ho conosciuta una ieri sera. Pensavo venisse a scuola qui.

        Ah, e com’è? – Giorgio si dimostra molto interessato. Troppo per il suo amico.

        Normale, magrissima. Non ti piacerebbe! – Luigi taglia corto e si dirige verso la sua aula.

        Dove l’hai incontrata? – Giorgio incalza.

        Davanti a casa, dopo cena. Ma basta, lascia perdere, non è niente. – Con fastidio lascia cadere lo zaino vicino al banco, e fa un gran tonfo.

        Ehi, hai dormito male? – Laura, la sua vicina di banco, protesta seccata. In realtà mantiene sempre questo brusco atteggiamento con Luigi, non si capisce perché. Si lamenta di tutto eppure lo tormenta.

“Stamattina non è il caso di insistere”, la infilza con lo sguardo “a meno che…”

        Conosci la ragazza nuova della scuola? – Luigi lo chiede tutto di un fiato e dissimula il suo imbarazzo.

        Chi? Una nuova? Dove? Nella B?

        Addìo…ti faccio una domanda e tu me ne rifili dieci! Ma va, va. – Deluso si sposta dai banchi e sta per uscire dall’aula, “magari potrei incontrarla in corridoio” considera, quando all’improvviso arriva la prof, di corsa. Inizia la lezione.

La mattina passa in modo noioso e stressante, nessuno conosce una nuova alunna. Non c’è.

“ Dove cavolo andrà a scuola”, pensa, “va a finire che non la rivedo più!”.

Luigi di quella mattina non ha ascoltato una sola parola di lezione e nemmeno dei compagni. Ha davvero la testa tra le nuvole.

A casa ci sono i compiti da fare, inutile. Luigi guarda fuori dalla finestra, osserva il cielo che è sempre più nuvoloso e buio, finché non arriva la cena. Non ha voglia di parlare, anche se la madre gli chiede spiegazioni, vorrebbe capire il motivo che lo rende così cupo. Lei si preoccupa sempre.

        Vai tu a portare l’immondizia fuori? – Chiede la mamma, è una domanda retorica perché tocca a lui, comunque. Quella frase, sentita già mille altre volte, oggi lo riempie di energia.

        Subito! – Afferra il sacchetto, stavolta è l’organico ed è leggerissimo, e scappa fuori di casa, sulla strada.

        Ciao Luigi. – È lei. È tornata davvero.

        Ciao… – e non sa che dire. È contento così.

        Allora? Stavolta non serve il mio aiuto vedo. – Si avvicina, tantissimo. Potrebbe toccarlo, invece allunga il viso contro quello di Luigi e gli occhi si incollano. – È leggero, il sacco.

Luigi prende fuoco, vorrebbe fare qualcosa. Eppure non si muove.

        Ti accompagno, andiamo. – Gli prende la manica della camicia e lo tira un po’. Lui la segue docilmente.

        Dove vai a scuola? – Finalmente escono delle parole.

        Perché?

        Perché pensavo di vederti stamattina, invece non ti ho incontrato.

        Ti ho detto che ci saremmo rivisti. Sono qui, no? – Luigi si sente stupido. – Io mantengo sempre le promesse che decido di fare. Dimmi, farete una festa per Halloween?

        Beh, sì. Come tutti gli anni, a casa di Laura. Verrai anche tu? – “Che genio!” Esulta dentro lo stomaco, – potremmo andarci insieme e magari mi aiuti a fare il costume, lo voglio spaventosissimo!

        Ti aiuterò volentieri. – Si ferma per osservarlo attentamente, lo sta studiando centimetro per centimetro. Sembra soddisfatta. – Intanto inizio a pensarci, anche se ho già un’idea in testa.

        Fantastico! Quale? – Luigi a questo punto è carico come una molla.

        Non temere, se mi convinco ti farò un fantastico regalo, è una promessa. Penso proprio che sarà una bella e spaventosa sorpresa per Halloween. – Luna pare accendersi in volto, s’illumina di eccitazione. All’improvviso tira un bacio con la mano e si gira di spalle. – Ora devo proprio scappare, a domani.

        A domani? – In un attimo il cuore di Luigi, che aveva appena iniziato a tamburellare all’impazzata, si frantuma come cristallo.

        Sì, ti ho detto a domani. Ciao.

Mentre Luigi sta ancora mettendo in fila i pensieri, lei è già sparita, inghiottita dal buio, nonostante i lampioni. “Cavolo!”. Torna in casa con un’espressione triste, come se gli avessero smontato la faccia. Sua madre lo nota.

–Tutto bene? – La mamma lo ha appena schiacciato tra due vetrini invisibili per studiarlo al microscopio. Luigi non ha proprio voglia di inventarsi storie, è troppo confuso.

       Sì, ho conosciuto una ragazza – dice, come se parlasse a se stesso, – ma sparisce sempre appena arriviamo ai bidoni. L’ho cercata per tutta la scuola ma non è lì, va da qualche altra parte. Non mi ha risposto. – Si blocca per riflettere.

       La vedi solo qui fuori? – “ Cosa?”, Luigi è sbigottito, stava parlando a sua madre, non si era nemmeno reso conto. “Sono impazzito”. – Allora? – Insiste la madre.

       No, macché. Boh, non lo so. Sì, la vedo qui davanti a casa, la sera. – Non gli escono frasi articolate, meglio scappare in camera. – Mamma vado in camera, ho da fare.

       Va bene. – La mamma capisce che non c’è altro da dire. L’indagine finisce qui.

Luigi si chiude bene la porta alle spalle per rifugiarsi nella sua tana. Inizia ad attraversare la camera e gira in tondo come una fiera in gabbia. Non gli era mai capitato prima. A tarda notte si decide ad andare a letto, ma si contorce nel sonno e aggroviglia tutte le coperte, suda e si lamenta dentro.

Inizia un altro giorno. Sconcertato, Luigi lo affronta deciso a scoprire dove trovare Luna. Esce da casa senza fare nemmeno colazione. Arriva a scuola inserendo il pilota automatico: avanza senza guardare realmente, invischiato in mille riflessioni. Entra in classe e Giorgio prova a fargli qualche domanda ma risponde ruggendo e si riprende solo quando qualcuno lo chiama forte per nome.

        Luigi! Dormi? – È Paolone, non proprio un amico. Ride forte! – Luigi è ancora in pigiama!

        Che? – un brivido di terrore lo ridesta improvvisamente. Stamattina si è alzato, lavato, vestito, tutto senza prestare attenzione. “in pigiama NO!”, si guarda e scopre con sollievo di essere vestito, male, ma ha jeans e maglia. – Che vuoi? Lasciami in pace! – Recupera tutta la sua grinta.

        C’è il compito di matematica, stellina. Dove hai i fogli? E tanto che ci sei, dove hai la testa?

In quel preciso momento Luigi immagina che una cascata di acqua gelida travolga Paolone, poi corregge la mira e desidera che sia travolto lui stesso, per lavare via i pensieri, e magari lo affondi, per salvarlo dalle contingenze, così terribilmente reali. Chiude gli occhi. Non succede nulla e lo sapeva già. Meglio chiedere un foglio a Laura.

La mattinata passa, ma resta una delle più pesanti della sua carriera scolastica. Quando suona la campanella e tutti schizzano fuori come pipistrelli da una grotta, Luigi avanza con la lentezza di una lumaca. Sfinito. Spompato. Concretamente stanco.

        L’hai rivista? – La voce di Giorgio.

        Chi?

        Come chi, quella tipa secca.

        Secca? Che cavolo dici, zuccone! – “Come si permette!” Pensa scandalizzato. “Se solo l’avesse vista, ma meglio di no!”

        Quella nuova, quella lì…

        Sì l’ho vista ieri sera.

        Forte! Dove?

        Te l’ho detto, fuori di casa.

        Ah…sempre lì. – Giorgio si fa sempre più interessato, a lui piacciono i misteri. – La pipistrella! – Sghignazza pensando di aver fatto una battuta divertente.

        Senti Giorgio, non iniziare. Lascia stare. – Luigi è seccato. Deve far dimenticare Luna a Giorgio, se vuole restare suo amico. Decide di liquidarlo con falsa noncuranza.

– Evidentemente passa di là intorno alla stessa ora in cui esco io.

        Solamente dopo cena? E che deve fare a quell’ora? – Giorgio sgrana gli occhi.

“Magari deve solo vedere me!”. Si autocompiace, poi osserva l’amico che ora gli appare il più stupido del pianeta.

        Che ne so l’ora in cui la vedo, circa dopo cena, sì! – “Porca miseria che fastidio!”, Luigi perde presto la pazienza.

        Mai in giro? Al parco? Per strada? Mai? – Non molla. – Guarda che è strana la cosa!

        No, Giorgio, ieri l’ho vista per strada dopo cena, magari oggi la incontro al bar, ok?

        Oh, ok! – Giorgio è sospettoso ma al momento si arrende, la faccenda però lo intriga, si sa.

I due compagni si salutano e ognuno va per la sua strada. Luigi inserisce il solito pilota automatico fino a casa.

Finalmente arriva la sera, Luigi non ha combinato nulla nemmeno oggi. Ha girato a zonzo nel quartiere, come uno spirito in pena. Ha guardato un po’ ovunque, nella speranza di incontrare Luna, ma invano. A cena non ha toccato cibo. La sua mamma-detective ha provato a indagare, ma non ha ottenuto nessun indizio. È stato penoso, “ma come accade fortunatamente ogni giorno, è arrivata la sera!”. Luigi sospira e si sente più leggero.

        Mamma, vado a buttare l’immondizia? Che prendo?

        Grazie Luigi, ma stasera non ho granché. Non c’è bisogno che tu esca.

        Cosa? – “Sta scherzando?”, pensa orripilato “Devo uscire!”.

        Davvero, non occorre.

        Almeno guardaci bene! – Gli scappa una frase infelice, si accorge da solo.

        Senti Luigi, ti ho detto che non ho bisogno, ma se i tuoi turbamenti derivano da quella ragazza che vedi qui fuori, allora esci, chiedendomelo semplicemente, basta che rientri presto.

“Tutto qui.” Pensa Luigi confuso e incredulo. “Non è quindi difficile, ESCO!”.

        Allora esco…faccio presto!

Luigi schizza fuori da casa come se fosse spremuto troppo forte da un tubetto di dentifricio e si ritrova in strada, da solo. Lei però non c’è. Si gira attorno, preoccupato. Scruta in fondo ai viali, spera “magari sta arrivando”, ma nulla. È proprio da solo, non c’è nemmeno un’auto che passa, un ciclista o un cane. S’infila le mani in tasca e avverte il freddo della nuova stagione. Con i piedi inizia a disegnare dei cerchi immaginari, così, per far passare l’attesa.

        Sai ballare?

La voce di Luna! Per un momento, un attimo solo, il cuore di Luigi si è sicuramente fermato.

        Ciao, da dove…? Fa niente. – E un sorriso che non riesce a trattenere gli divide la faccia dalla contentezza.

        Non hai sacchi stasera?

        No…ehm, ho già fatto. – Non può certo ammettere di essere uscito solo per rivedere lei.

        Bugiardo! – E ride. Luigi torna immediatamente a guardarsi i piedi. Beccato! – Anche io ti… – si ferma a pensare alla parola giusta da dire, – volevo vedere! Sì, ho cercato e ho trovato proprio te! – Ride ancora, abbassandosi, per far alzare il viso di Luigi. Gli si mette proprio davanti, viso contro viso, poi inspira profondamente a occhi chiusi. Restano per un po’ così vicini, assorti in qualche voglioso pensiero.

        Davvero? – Luigi è trasformato in gelatina, lei è così bella e ha detto proprio che lo ha cercato. Pare un sogno. Come vorrebbe toccarla, magari anche solo una mano, quel viso, quella bocca bellissima.

        Allora, parlami della festa, ci andrai sicuramente? – Luna si scosta all’improvviso e lo risveglia dal torpore come un ceffone. Ha di nuovo messo le distanze.

        Dici quella di Halloween?

        Sì, ci andrai?

        Certo, te l’ho detto. Tu verrai con me? – “Ti prego…” pensa.

        Fantastico! Oh, vedrai che ci divertiremo.

        Fantastico lo dico io! Sarà una festa da urlo! – Questa conferma agognata lo agita tutto. Inizia a dondolare da una gamba all’altra.

        Ci dovremo incontrare prima della festa, per prepararci, devo darti il mio regalo di Halloween, l’ho promesso. Allora sì che sarà…memorabile.

        Certo!... Prima della festa! Dove? – “Come si riesce a far volare il tempo fino a quel momento?” si chiede Luigi.

        Per il costume ho un’idea che mi ronza in testa da tanto, – Luna non bada alle domande e continua – e stavolta la voglio realizzare, proprio con te. Sarai bellissimo! – E nel pronunciare questa parola stordisce definitivamente Luigi, che si squaglia come burro fuso.

        LUIGIIIII… – La voce della mamma. Un meteorite non avrebbe potuto provocare un buco più profondo nello stato di melassa in cui è ridotto! “Ma porca miseria…” Luigi si morde le labbra idrofobe, qualcosa ha preso a graffiarlo dentro, una rabbia bestiale!

        Che c’è? – Ringhia di rimando.

        Muoviti! È tardi! – Sua madre è alla porta che cerca di indagare la situazione da lontano, ma è evidente che non vede bene, stizzita, sbatte la porta. È più di un ultimatum. “Cavolo!”.

        Luna, devo andare…– Mesto, straziato, la guarda. Vorrebbe pietrificare questo momento, ma sa che non può.

        Luigi, non temere. Ci vedremo domani. Ti anticipo la mia idea per la festa, avvicinati. – Luna si avvicina al suo orecchio per sussurrargli il segreto. Un gesto così intimo. Delizioso. Gli sfiora la guancia con la mano e tutto il corpo di Luigi freme di brividi piacevolissimi. Si annusano ancora, a occhi chiusi. “Ha un profumo buonissimo”, ed è certo che dentro il suo petto, forse il cuore, si sbriciola in pezzetti zuccherosi.

        Luna…– Quando riapre gli occhi lei è di nuovo sparita, “quanto corre veloce” considera.

Luigi rientra in casa, non cammina, galleggia sospeso nell’aria. La mamma lo scruta, severa. È chiaro che non può aver afferrato niente, “o forse ha capito tutto”, gli sfugge. Si dirige in bagno e si blocca davanti allo specchio, autocompiacendosi. “Wowh!”, è l’unico suono che emette, ma dice ogni cosa. “Deve solo passare la notte” inizia già a sognare. Le ore a scuola dovranno volare e così finiranno di consumarsi le ore diurne di domani, e poi c’è la festa, anzi, “prima ancora ci sarà lei” si ricorda. In questo stato di completa estasi va a letto sereno, come non mai.

      La mattina si sveglia intorpidito, quasi non sente rispondere il suo corpo. Con una pesantezza faticosa si alza e si trascina in bagno. Come per incanto, guardandosi riflesso, si ricorda tutto, ritrova ogni dolce pensiero allo specchio, dove l’aveva lasciato. Tutto il resto procede come i giorni scorsi, con l’aiuto del suo pilota automatico, che gli consente di navigare indisturbato tra i flutti delle sue meditazioni, percorre il tragitto casa-scuola.

        Ciao Luigi. – È arrivato. Questo è il saluto di Giorgio l’investigatore. Luigi si desta e riprende il comando di se stesso.

        Oh…Ciao. – Ha davvero poco entusiasmo. Non ha voglia di rispondere alle sue inevitabili domande e desidera soltanto che il sole tramonti presto.

        Stasera c’è la festa!

        Lo so.

        Andiamo insieme?

        Eh? – “Povero Giorgio, non puoi immaginare cosa farò”.

        Come ci vestiamo? Ho delle idee per entrambi, possiamo travestirci da…

        No, io vengo con Luna. – Giorgio è pietrificato, tramutato in statua. Luigi accende il suo ghigno migliore. “Ti ho stupito, eh?”. Ma Giorgio si riprende e contrattacca:

        Ah! Quella tizia che scompare di giorno, la pipistrella! Alla fine la vedi solo di notte? Proprio da Halloween!

        E smettila! Mi hai stufato! – Luigi se ne va infastidito, anzi arrabbiato. “Perché non mi lasciano in pace?”, rimugina e intanto si fa largo tra gli studenti all’ingresso a colpi di zaino.

Entra in classe e trova Laura. Giorgio le ha raccontato della sua nuova amica. La notizia l’ha turbata. Si è accorta di essere gelosa e quindi decide di farsi avanti con un comportamento più gentile.

        Ciao Luigi, ti aspetto alla festa, oggi è il gran giorno.

        Sì. – Luigi è di cattivissimo umore e non ha voglia di far uscire la voce.

        Allora venite insieme tu e Giorgio, no? – Laura è molto agitata e le sudano le mani.

        No, vengo con Luna. – Ed ecco la pugnalata che Laura si è andata a cercare.

        Ma chi? Quella di cui mi ha parlato Giorgio?

        Ah – Luigi diventa rosso dalla rabbia – quindi si è già dato da fare per il volantinaggio degli affari altrui! – Si abbassa a raccattare lo zaino, se lo mette in spalla ed esce dall’aula, in corridoio. Ancora non è suonata la campanella. Giorgio sta entrando dal portone d’ingresso e Laura segue Luigi perché vuole saperne di più.

        La incontri solo di notte?

        Che noia! Siete tutti così barbosi! – Luigi sta per esplodere, ha accumulato così tanta ansia e rabbia che sente la pelle tendersi.

        Tutti chi? – Lei non è “tutti”. Laura è sempre più triste, avverte che si sta per aprire il pavimento sotto i suoi piedi. Sta per sprofondare nella solitudine. “Perché sono stata così stupida? Mi sta sfuggendo”, e inizia ad odiare profondamente questa Luna.

        TUTTI! – Con questa risposta gridata , Luigi si gira e corre verso l’ingresso, strattona volutamente Giorgio e decide di voler tornare a casa. Laura resta sorpresa. A un tratto sbatte un piede e si dirige dalla parte opposta, rientra in aula, offesa. Sconfitta.

        Andate al diavolo! – Luigi inizia a correre e si ritrova in strada, dopo aver risalito controcorrente il viale della scuola. Nessuno l’ha bloccato. Nessuno si è accorto della sua fuga.

Luigi smette di correre e riprende fiato, senza smettere di camminare. Ha sicuramente inserito il suo pilota automatico perché si ritrova davanti a casa. Sua madre è in cucina, la vede dalla finestra. Non ha voglia di dare spiegazioni, non vuole più parlare con nessuno. Si acquatta. Decide di aspettare il momento giusto per rientrare senza farsi vedere. “Aspetterò in cantina fino all’ora in cui di solito torno a casa da scuola”, pensa. La mamma prende in mano il telefono e inizia a parlare, dirigendosi in camera. “È il momento!” come un fulmine entra in casa e apre la porta della cantina. Inizia a scendere le scale e prima che la sua mano riesca a trovare l’interruttore della luce, una voce lo fa sobbalzare rubandogli tutta l’aria per poter gridare.

        Ti aspettavo.

Luna è lì. Nella sua cantina. Lo stava aspettando. Luigi non ha parole, non ha pensieri, non ha nemmeno più un colore.

        Non servono parole. Sei pronto per ricevere il mio regalo di Halloween.

L’unico percettibile movimento di Luigi è negli occhi, terrorizzati. Luna si avvicina e lo avvolge. L’ultimo pensiero di Luigi è pieno di rimorso e di abbandono, “Sono perduto”. Come non vorrebbe essere toccato da lei. La pipistrella. Chiude gli occhi e si sente svanire, lasciandosi dietro una scia di immagini di mamma, di Giorgio, di sole e di vita.

      Quella sera, la festa di Halloween a casa di Laura è stata annullata. Stanno tutti cercando Luigi. Non è andato a scuola, o meglio, ne è fuggito. A casa non è tornato e nessuno l’ha visto. Per la strada, tra le risa dei gruppi di bambini mascherati, si mescolano la voce alterata della sua mamma, le sirene dei poliziotti, le grida degli amici che urlano il suo nome:

        Luigiiiiiiii.